Il codice perdinci

Milanese! Di loro ti puoi fidare ciecamente, anche perché da molti anni mangiano
Alla Grande: non avere remore fallo anche tu!

Mantieni vive le tue tradizioni!

AMA con trasporto e senza falsi pudori il risotto alla milanese, gli gnocchi al gorgonzola, la cassoeüla con le verze, il rognonciano trifolato, come ameresti te stesso.
Sperpera allegramente, almeno una volta al mese, il tuo cinque per mille.

E ricordati: non temere di percorrere una lunga strada, se sei diretto verso coloro che hanno qualcosa da insegnarti Alla Grande!


IL CODICE PERDINCI

È più che naturale che un'importante opera inedita susciti curiosità al suo apparire; quando poi si tratta di una scoperta eccezionale corre l'obbligo di corredarne la visione delineandone le peculiarità con alcuni cenni critici.

Rinveniva casualmente da un ricercatore dilettante presso il fondo archivistico del convento dei cappuccini decaffeinati di Legnate sul Membro, già al suo apparire, nell'Aprile 2007, quella che si presentava come una tarda copia rinascimentale della celeberrima "Ultima Cena" veniva battezzata dall'Asnaghi "Codice Perdinci", in ciò rifacendosi al parere di Agnese Pulciani massima esperta europea di iconografia applicata a un turpiloquio labiale la quale rilevava come esistesse una straordinaria comunanza fra i personaggi ritratti nell'espressione stupefatta di chi pronuncia l'antico "Perdinzi" (o anche perdinzirinzi), mutato poi nel moderno "Perdinci". Escluso a priori il "Perdincibacco".

L'opera, sempre a cura dello stesso Asnaghi, è stata sottoposta a indagini spettroradiometriche e, considerato il soggetto, esame fondamentale come l'alcotest, colesterolo, elettroforesi, zuccheri, olio, freni e antigelo. In essa la composizione leonardesca è spunto per mettere in scena un racconto fitto di significati e simboli che rimangono tuttora da decifrare; da futuri studi possiamo aspettarci sviluppi di interpretazione specie nella linea indicata da Baltrusaitis. Per ora limitiamoci ad alcune osservazioni sui personaggi ritratti.

La prima, riguarda l'Autore medesimo, che come ci indica l'esame calligrafico della firma risulta tale Sifoni e Sikoni, il che rimanderebbe a quel Rampinum Syronum del Manoscritto Fagnani depositato presso l'Ambrosiana: il collegamento con il personaggio denominato Matita porterebbe a identificarlo come autoritratto.

Degli altri osserviamo: Trapano, personaggio centrale in un banchetto dove domina il vino, il che invita a considerare la presenza simbolica della vite e quindi concludere trattarsi di personaggio legato all'ambiente del Fai da te o della ferramenta. Tristezza appare sicuramente di area romana dato che per far vita meno amara  triste, appunto) me so comprato sta chitarra. Il Conte si delinea come personaggio che evidentemente non conta ma la conta, quindi o un ciarlatano o un contabile. Sintesi, chiaramente un filosofo bizantino. Lumiere, Roccia, Allegria, Nicchia, Gigion e Malnat sprofondano nel mistero delle simbologie carnascialesche medievali che ruotano nella tradizione dell'antico borgo di Baggio.

Caso a parte Sentenza; figura enigmatica tuttora al vaglio degli esperti. Smilzo è quello più compreso nel ruolo del miracolato che esclama perdinci. Nessun dubbio invece su Santa Pazienza, devozione oggi decaduta ma presente nello scomparso calendario lotaringio in data 31 febbraio.

Sempre ai fini di futuri esiti sulle simbologie presenti nell'opera è da rilevare, accanto allo Smilzo, un misterioso foglietto recante ben leggibile la parola "Ricevuta". Le domande si accavallano: ricevuta di cosa e perché? E specialmente, cosa è una ricevuta?

Milano, 16 dicembre 2008